IL PODERE TOSCANO, PASSATO O PRESENTE?

  • 1 mese ago

Il paesaggio toscano è indiscutibilmente unico, le sue colline sono dei dipinti e come Indro Montanelli ha scritto: ”In Toscana non si capisce se a dipingere sono i pittori o i contadini”.

Tipico della Toscana è il paesaggio del casolare al centro di un appezzamento di terreno coltivato e che per le sue forme, dona emozioni e passioni, a noi che lo guardiamo, ondeggiando tra le curve stradali.

Quello che oggi più spesso è un casolare o bifamiliare, era un tempo un podere ovvero un’unità fondiaria elementare di una società rurale.

Un tempo la società era strutturata in Mezzadria cioè un contratto agrario di associazione in cui un proprietario terriero ed un coltivatore (il Mezzadro), si dividevano i prodotti e gli utili di un’azienda agricola.

Probabilmente nei film ci hanno fatto vedere e dato l’idea che quel tipo di società fosse oppressiva per i contadini ma la realtà non era quella dei film, seppure degli sfruttamenti possono esserci stati ma come ci sono oggi, in altri ambiti.

Il Mezzadro era rappresentante anche della sua famiglia, chiamata famiglia colonica; quindi il Podere era l’azienda agricola, costituito da famiglia colonica, casa rurale e proprietà.

FORMA DELLA CASA COLONICA

 

La casa colonica veniva costruita generalmente in pietra o in muratura mista, su due livelli con il tetto rivestito dalle tipiche tegole a coppi in laterizio (materiale ceramico).

La casa era costituita anche da annessi in quanto doveva far fronte a tutte le esigenze legate alle varie attività di allevamento, coltivazione ed alla raccolta dei prodotti agricoli.

AIA: dove venivano trebbiati i cereali; l’Aia solitamente coincideva con l’area antistante la facciata principale della casa che era posta a sud, spesso l’unica pavimentata in pietra, con all’interno uno o più alberi come il noce per assicurare ombra d’estate.

CORTE: posta accanto alla casa spesso come un’area recintata, frequente in epoca medievale e poi andata in disuso. Veniva utilizzata per tenere il pollame e gli attrezzi agricoli più ingombranti.

In realtà gli spazi per il pollaio, la stalla per il bestiame più grosso ed il porcile erano ricavati in vari annessi posti spesso a nord.

COLOMBAIA: in origine sorgeva isolata nei pressi della cassa contadina per la riproduzione dei piccioni e dei colombi come fonte alimentare da mangiare, in quanto la loro carne veniva considerata pregiata poiché ricca di proteine; inoltre i volatili producevano la colombina, uno dei concimi più ricercati.

La Colombaia, solo in un secondo momento, assunse la forma classica di torretta appoggiato sul tetto della casa e che ancora oggi possiamo ammirare nelle diverse coloniche presenti nel territorio.

Il podere era auto-sufficiente in tutto ed infatti al suo interno, erano presenti il forno per cuocere il pane, il pozzo (o più raramente la cisterna) ed una o più capanne accanto alla casa contadina oppure in mezzo ai campi, con funzioni di riparo provvisorio per il lavoratore, o di locale dove riporre attrezzi e prodotti; spesso erano presenti strettoi da vino e frantoi per le olive ed ogni tanto anche la fornace per seccare i fichi.

ORIGINI E TIPOLOGIE DELLA CASA COLONICA

In epoca medioevale vi erano le “case da lavoratore” o isolate fortificazioni o torri di avvistamento che venivano poi incorporate nei successivi sviluppi urbanistici attraverso i cambiamenti della società.

Infatti nel Cinquecento, vengono a realizzarsi le prime case rurali toscane in quanto nelle campagne nasceva l’esigenza di ospitare le famiglie del fattore e dei contadini.

Verso il Settecento avvennero riforme agrarie nel Granducato di Toscana che diedero nuovo impulso sia per quanto riguarda la costruzione di nuove case coloniche e fattorie, sia per la ristrutturazione di quelle precedenti.

Durante il Novecento, con l’aumento dell’industrializzazione, si è verificato un importante spopolamento delle campagne e l’abbandono delle case rurali, lasciando molte di esse al completo degrado; dobbiamo attendere la seconda metà del Novecento per ottenere l’inizio di un intervento graduale che ha portato alla riscoperta e valorizzazione delle case rurali toscane.

Si deve molto a cittadini stranieri, molti inglesi e tedeschi ma oggi anche danesi ed olandesi, che venendo nella nostra regione ed apprezzandone fortemente la bellezza, hanno investito ed investono nella sua riqualificazione; partendo dal Chianti fiorentino e senese, oggi sono molte altre le zone interessate compresa la Maremma, la Lunigiana ed il Casentino.

A seconda delle funzioni alle quali erano adibite in passato, le case rurali toscane possono presentare un modello di tiporesidenziale o secondo uno schema di tipo aziendale.

  • Tipologia residenziale, presenta un unico fabbricato con il rustico ospitato al pian terreno e i piani superiori adibiti ad abitazione.
  • Tipologia aziendale, costituito da un edificio principale interamente adibito ad abitazione e una o più strutture distaccate dove vi erano i rustici e gli annessi vari.

Ogni zona della Toscana ha le proprie varianti tipiche; le diverse varianti residenziali presentano comunque il fabbricato di pianta rettangolare, talvolta con scala esterna che conduceva direttamente all’abitazione del piano superiore.

Casolari aretini, fiorentini e senesi

La variante aretina possiamo identificarla per la presenza sia del portico che delle logge;

La fiorentina presenta solamente il portico;

La senese è invece spesso senza portico.

In Val di Chiana e in alcune aree del Chianti senese, aretino e fiorentino l’edificio residenziale può culminare con una caratteristica torre colombaia.

Nella Val d’Orcia senese, ai piedi del monte Amiata, è caratteristico un paesaggio di grande valenza ambientale: dai filari di cipresso che conducevano alla residenza di campagna.

Casolari lucchesi

Intorno alla città di Lucca, le case rurali si contraddistinguono per caratteristiche miste residenziali-aziendali.

Le case rurali lucchesi si dispongono generalmente attorno ad un cortile interno quadrangolare che in passato era adibito ad aia. Gli edifici (abitazioni e rustici) possono disporsi sia su tutti e quattro i lati, che su tre lati (in questo caso l’ultimo lato può rimanere aperto o essere chiuso da un muro di modesta altezza).

Casolari pistoiesi e pisane

I casolari pistoiesi e pisani, nelle aree pianeggianti tra le città di Pistoia e Pisa, costituiscono modelli residenziali diffusi.

Questo tipo di case rurali sono generalmente costituite da una serie di edifici residenziali riuniti tra loro per ospitare più famiglie; è rara la presenza di annessi riconducibili al modello aziendale.

Casolari maremmani

I casolari maremmani, al contrario dei precedenti, sono tipici insediamenti rurali di tipo aziendale, adibiti in maniera funzionale per le intensive attività di agricoltura ed allevamento.

Il fabbricato principale era adibito ad abitazione e gli edifici secondari, disposti attorno alla struttura padronale, comprendevano granai, stalle ed annessi vari.

Alcune case rurali maremmane, essendoci stata l’influenza spagnola, mantengono propri elementi stilistici che si mescolano a quelli tradizionali toscani, soprattutto nella zona a sud di Grosseto in quanto, fino alla prima metà dell’Ottocento, l’area attorno all’Argentario apparteneva allo Stato dei Presidii.

Nell’entroterra settentrionale ed orientale ed in piccola parte, nella Maremma grossetana, si possono trovare tipologie residenziali con influssi senesi.

In pochi casi, il casolare è raggiungibile attraverso strade sterrate ombreggiate da filari di alberi, con alternanza di pini e cipressi.

La casa colonica “buontalentiana”

Tra XVIII e XIX secolo, viene definita in questo modo la casa colonica, soprattutto per la committenza e proprietà granducale del Buontalenti, architetto rinascimentale, caratterizzata da un impianto simmetrico incentrato su portico e torre colombaria.

Viene fatto risalire a modelli buontalentiani, come gli annessi della Villa medicea di Artimino ma si possono considerare esempi di tale tipologia, anche le case coloniche della tenuta granducale di Poggio a Caiano e quelle più tarde della bonifica della Val di Chiana.

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